Il ricordo di Maura Tombelli: astronoma amatoriale e amica di Margherita Hack

Molti sono gli eventi che si stanno organizzando in Italia in ricordo di una donna forte, energica e anticonformista come Margherita Hack, nell’anno in cui ricorrono i 100 anni dalla sua nascita. Tanti sono gli aggettivi che possiamo attribuire a una scienziata di questo calibro, di fama internazionale, esempio di estrema passione ma anche di grande umanità; attenta al bene comune e vicina a questioni sociali come l’ambientalismo, il fine vita e la questione di genere.

Noi di Inside Factory non potevamo non mancare nell’omaggiare l’astrofisica Margherita Hack. Per questo motivo nei giorni del 26 e 27 luglio 2022 si terranno due eventi interamente dedicati a lei e ovviamente alle stelle: quei corpi celesti che l’hanno accompagnata per tutta la sua vita e che sono state per lei ragione di vita. Infatti, Margherita Hack dal momento in cui si laureò nel 1945 in Fisica con tesi sulle Cefeidi, non smise mai di studiare e approfondire i misteri della terra, racchiusi tra gli elementi dell’astronomia.

Per l’occasione abbiamo deciso di intervistare Maura Tombelliastronoma amatoriale italiana e Direttrice dell’osservatorio Beppe Forti, al primo posto per numero di asteroidi scoperti in Italia, che ha conosciuto di persona Margherita Hack e che non può non ricordarla con affetto.

Ti andrebbe di raccontarci la prima volta che hai visto Margherita Hack di persona?

La prima volta che l’ho incontrata stava facendo un congresso ad Arcetri, al Poggio Imperiale (FI). Mi ricordo che era un sabato mattina e come tutti i sabati mi trovavo con Beppe Forti per imparare qualcosa di astronomia; mi ricordo anche che quel giorno mi sentivo strana con poca voglia di imparare. Sapevo che Margherita avrebbe tenuto una presentazione a Poggio Imperiale ma avrei voluto che Beppe mi avesse accompagnata e invece mi disse di andare da sola e io andai. “E che la vuole”, queste furono le prime parole che Margherita mi rivolse quando bussai alla porta dove si teneva il congresso. Risposi che volevo sentire quello che aveva da dire e mi sedetti ad ascoltare. Al tempo ancora conoscevo poco di astronomia e quindi capii anche poco, parlava di stelle variabili, di stelle cefeidi ma i termini tecnici ancora non li comprendevo, tuttavia, tutto quello che sentivo era come se fosse musica alle mie orecchie. Conservo ancora la fotografia che mi fecero uscita dall’edificio e adesso che la riguardo penso che quello fu l’esatto momento in cui entrai nel mondo dei professionisti delle stelle.

È in quel momento che hai deciso di dedicare parte del tuo tempo allo studio delle stelle?

In realtà no e anche per questo Margherita fu determinante. Prima di incontrarla di persona, ci fu uno scambio epistolare tra me e lei; io le scrissi una lettera per chiederle dei consigli su come potessi utilizzare il mio telescopio e lei mi disse che se avessi voluto davvero essere utile avrei potuto integrare i dati raccolti attraverso le mie osservazioni a quelli raccolti dagli astronomi professionisti lavorando proprio sulla stima delle stelle variabili Da lì ho capito che potevo farlo anche io, perché la matematica la conoscevo bene grazie all’esperienza di 33 anni come bancaria finanziaria e il fatto di poter collaborare con dei professionisti era una cosa che mi rendeva entusiasta!  Da quel momento iniziai a contribuire davvero alle scoperte scientifiche e allo studio delle stelle.

Siete accomunate da un destino comune, entrambe non avete capito fin da subito che l’astronomia sarebbe stata la vostra professione. Secondo lei come mai?

Margherita iniziò l’Università di Lettere e capì dopo poco che non faceva per lei. A lei piaceva scrivere e, infatti, durante la sua vita scrisse molti libri, ma non voleva fare solo questoCredo che quello che ha pensato Margherita all’epoca, e che ho pensato anche io, sia stato quello di non vivere la vita di qualcun altro, al contrario decidere in completa autonomia cosa fare. Io precisamente l’ho capito nel 1995 quando ho smesso di aspettare un uomo che mi accompagnasse, ma ho lasciato andare quello che sentivo dentro di me senza chiedere il permesso a nessuno.

Insomma, possiamo dire che lei e Margherita avete diverse cose in comune, dal fatto che siete entrambe nate in Toscana ed entrambe non vi siete dedicate allo studio delle stelle fin da subito. Le vengono altre similitudini che le va di raccontarci?

Margheritaè stata troppo singolare e unica, un’anticonformista in tutto quello che faceva quindi non saprei trovare altre similitudini. Sicuramente, posso dire che molto di quello che sono adesso lo devo a lei. Mi ricordo un giorno che siamo andate a mangiare insieme, qui a Montelupo, e lei chiese al cameriere quali piatti vegetariani ci fossero e poi si rivolse a me dicendo “io non voglio essere il cimitero di nessuno”. Ecco, quello che posso dire è che ti faceva riflettere sempre. All’inizio ero atea anche io, come lei, invece adesso con tanti anni alle spalle in cui ho osservato il cielo, incomincio a sperare e credere in qualcosa di superiore. Margherita Hack fu fino alla fine un’atea convinta.

Questo non è il primo evento che, come Inside, Factory stiamo facendo per divulgare la conoscenza scientifica e suscitare interesse nel pubblico. Quindi, sapendo quanto fosse importante la divulgazione scientifica anche per Margherita Hack vorrei chiederle quanto è importante nella sua di vita?

All’età di tre anni e mezzo i miei genitori mi indicarono una cometa che all’epoca però non riuscii a vedere, ebbene la prima domanda che feci a Beppe Forti fu quella di farmi vedere una cometa e solo dopo scoprii che quella cometa era stata scoperta proprio il giorno del mio compleanno. Le racconto questo perché se Margherita Hack, nata in via Centostelle, era destinata a fare divulgazione scientifica ecco lo stesso lo penso di me. Mi sono dedicata alla costruzione dell’Osservatorio Beppe Forti a Montelupo Fiorentino (FI) proprio perché sono convinta che se ci fosse stato un centro del genere, molto probabilmente non avrei fatto ragioneria, ma mi sarei dedicata fin da subito all’astronomia. E allora io penso ai bambini del futuro e del presente, perché dal nostro centro sono già usciti sette astronomi e se anche solo un bambino che viene a visitarlo vuole tornarci io mi sento di aver vinto. La divulgazione e la didattica sono basilari per il futuro; non a caso, all’interno del centro ci sono diversi spazi con giochi didattici per i bambini perché sono loro il futuro!

Uno dei due eventi organizzati da Inside Factory si terrà proprio all’interno dell’Osservatorio Beppe Forti e i partecipanti osserveranno le stelle insieme a lei, che nel frattempo, spieghera’ loro cosa staranno vedendo. Anche questo rientra nel pieno dell’attività di divulgazione, è d’accordo con me?

Ma certo che sì e le rispondo con un aneddoto. Tanti anni fa si facevano delle serate per i bambini dell’asilo e si faceva vedere dal telescopio Venere. Un bambino spostò il telescopio e vedendo la luna disse questa è la “lunona” e indicando Venere questa è la “lunina”. Questo esempio lo riutilizzai spesso con i bambini e pochi anni fa rividi quel giovane e mi disse che era stato lui quel bambino che per capire cosa stesse vedendo li nominò così. Pochi anni dopo lo rividi, adesso fa il pompiere e ancora oggi frequenta l’Osservatorio Beppe Forti.

Intervistare Maura Tombelli è stato un grande piacere e la ringraziamo per la sua disponibilità e per il tempo che ci ha dedicato. Dalle sue parole emerge la tenacia, la passione e la determinazione che l’hanno caratterizzata da quando ha iniziato il suo percorso all’interno del mondo dell’astronomia. È stato un privilegio incontrare una persona di questo stampo, in grado di diffondere conoscenza e far appassionare al mondo delle stelle solo attraverso i suoi racconti e le sue spiegazioni.

La partecipazione agli eventi è libera e gratuita, fino ad esaurimento posti e previa iscrizione! Ti aspettiamo!

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